sabato 24 gennaio 2015

King Alfred rompe le foglie

Ciao a tutti! Come state? Qui c'è un'epidemia di influenza ed è pure periodo di esami finali; proprio una goduria!
Qualche giorno dopo la grandinata vista nello scorso post è arrivata la neve che nel frattempo è pressoché sparita per via del clima quasi primaverile. È troppo chiedere una stagione che abbia un senso logico?
Proprio per le giornate calde e per il fatto che siamo quasi a febbraio molte bulbose cominciano a farsi notare per la crescita veloce a significare l'imminente fioritura.
Alcuni narcisi sono già alti 15 centimetri ed è sempre bello vedere con quale forza riescono a bucare la pacciamatura presente sulle aiuole.

Narcissus 'King Alfred'
Tra la neve residua si fanno vivi anche i bucaneve che crescono in un luogo abbastanza infelice. Per fortuna in inverno il calicanto perde quasi tutte le foglie e permette al sole di illuminarli.

Galanthus nivalis  
Anche i giacinti sono molto in anticipo, solitamente si fanno vedere solo nel mese di febbraio.

Hyacinthus orientalis
Poco lontano c'è l'Euphorbia 'Ascot Rainbow' che l'anno scorso ho spostato in una zona più aperta e soleggiata. In piena ombra ho rischiato di perderla ma ora sembra stare molto meglio e come ringraziamento comincia a mostrare i suo colori in stile arcobaleno. Con l'avvicinarsi della primavera dovrebbe accentuarli ancora di più.

Euphorbia x martini 'Ascot Rainbow'
Tra gli arbusti comincia a farsi vivo quello che tradotto dall'inglese significa 'cespuglio orientale della carta'. In piena fioritura profuma tantissimo.

Edgeworthia papyrifera
Non molto lontano il calicanto ha tenuto delle foglie verdi fino ad ora! Le piantine piccole nate da seme, addirittura, non ne hanno persa nemmeno una. Chi lo sa cosa si sono messe in mente!

Chimonanthus x praecox
Io per oggi vi lascio con un augurio di stare bene! In regalo una sfocatissima immagine dell'Acer 'Sango Kaku' in veste invernale.




sabato 17 gennaio 2015

Arriva la... grandine.

Ciao a tutti come state! Io sono in fase di fine scuola ma con ancora parecchi esami quindi non esco molto in giardino, anche perché non c'è molto da vedere. Oggi poi ha piovuto molto, sembra ridicolo ma ci voleva. Da Natale il clima è sempre stato asciutto e spesso soffiava un vento tiepido che faceva soffrire un po' tutte le piante nei vasi.

La meteo di ieri dava neve in abbassamento la notte scorsa quindi mi aspettavo di svegliarmi e vedere le montagne bianche invece la sorpresa è stata un'altra. Per un paio d'ore si è sviluppato un vero e proprio temporale con lampi e tuoni seguiti da grandine. Sarò sincero, è la prima volta che vedo una cosa del genere a metà gennaio.

Grandinata di metà gennaio.
Fortunatamente ci sono pochissime piante con le foglie in questo periodo quindi i danni sono stati pressoché nulli. Speriamo non sia il preludio di un'annata disastrosa!

Nessun danno sulle foglie invernali.
Verso mezzogiorno l'occhio del ciclone, fino alle 14.00 circa è sbucato il sole che sembrava voler asciugare tutto ma prima di potersi godere un po' di calore è arrivato un altro temporale. Freddo a parte sembra di essere in piena estate con questo clima.

Nel lasso di tempo senza pioggia ho controllato lo stato di alcune delicate, sotto supervisione del gatto che sembra apprezzare il buco in cima al camino.

Qualcuno controlla i miei movimenti.
Scostando la pacciamatura ho controllato la 'Amistad' che rispetto all'anno scorso è in gran forma. Ci sono già dei germogli pronti a crescere in primavera.

Salvia 'Amistad'
Anche la Dicliptera di Gabriele sembra stare molto bene. Le foglie sotto alla paglia sono ancora verdi mentre gli steli esterni sono completamente bruciati dal gelo. È una nuova arrivata in giardino e spero possa fiorire a lungo l'estate prossima.

Dicliptera suberecta
Quest'anno, come già anticipato, ho messo molta meno pacciamatura e alcune piante che l'anno scorso avevo protetto sono in balia del clima. Un esempio è l'Alstroemeria che non sembra soffrire per niente, anzi, se potesse crescere più lentamente mi farebbe un gran favore!

Alstroemeria 'Indian Summer' 
Io per oggi vi saluto ma prima vi faccio vedere la sorpresa dell'inverno. La Diascia acquistata l'autunno scorso a Masino sembra soffrire il freddo meno di tutte le altre piante del giardino. Sulla sua sopravvivenza non avrei mai scommesso un centesimo!




mercoledì 7 gennaio 2015

La vecchia Prada

Ciao a tutti! La scorsa domenica ho approfittato del bel tempo per andare a visitare il vecchio borgo di Prada, località abbandonata da secoli poco lontano da Bellinzona.
È da molto che volevo fare questa passeggiata ma nel web non è facilissimo trovare i sentieri che portano in quella zona e dopo qualche tentativo affannoso subito in partenza finalmente abbiamo potuto trovare il sentiero.
Dopo qualche minuto di strada si può scorgere il castello di Sasso Corbaro, il più alto e piccolo dei tre castelli di Bellinzona.

Castello di Sasso Corbaro.
Dopo circa mezz'ora di cammino i dubbi di aver sbagliato percorso hanno cominciato ad assillarmi. Questo soprattutto perché il sentiero scelto, che per altro è una vecchia via pavimentata, è terribilmente ripido tanto che non possiede ne curve ne tornanti.
Solo qualche strana scultura allieta la fatica e i dubbi.

Mangiatoia per uccellini ricavata da un ceppo di abete rosso.
Dopo altri 30 minuti circa ecco che appare alla vista la chiesa di San Girolamo. Finalmente siamo arrivati!

L'unico monumento di Prada, modificato e risanato nei secoli.
Nessuno sa quando il borgo è stato fondato e non si sa nemmeno quando è stato abbandonato. Quel poco che si è scoperto è stato estratto da vecchi libri e documenti o dagli affreschi della chiesa. Uno scritto riguardante una delle chiese sulla pianura cita un dipinto posto proprio nella cappella di Prada già nel 1300 quindi si presuppone che il paese sia stato edificato nel 1100-1200 anche se non c'è la certezza assoluta.

Grandi castagni crescono dove prima c'erano le case abitate.
Quello che impressiona è il fatto che non si parla di una vecchia città o baluardo strategico ma di un minuscolo paese di circa 50 famiglie fondato a metà montagna dove regna una grande pendenza. Di faticoso accesso le vie di comunicazione non sembrano aver fermato i fondatori di questo borgo costruito per chissà quale motivo proprio li.

Le case più alte possiedono il pian terreno ed altri due piani.
Nei secoli successivi, grazie a Carlo Borromeo che presenziò ad una messa nel borgo nel 1583, si hanno le reali testimonianze della vita attiva nel paese.

Sono ancora visibili i viottoli che attraversano il paese dall'alto al basso.
Sempre Carlo Borromeo, in un suo scritto, racconta di come venivano svolte le attività eucaristiche nella zona e dichiara che le famiglie a Prada sono 40 ovvero 200 persone circa. È da tener presente che sempre nel 1583, Bellinzona, la città più popolosa della regione, ne contava tra le 1200 e le 1400.

Da questa vecchia finestra, ormai, si ammira solo l'edera.
L'abbandono del paese non è documentato da nessuna parte. C'è chi pensa alla peste e chi ad uno spopolamento graduale sempre per ragioni sconosciute.

Qualche albero è riuscito a crescere direttamente nei muri.
Oggi se ne vedono solo i resti, quelli che la natura ha deciso di lasciar vivere in mezzo ad un bosco ben sviluppato.

La costruzione più grande comprende case tutte unite.
Nel cantone ci sono altri paesi abbandonati di cui si ha qualche testimonianza ma di essi è rimasto poco o niente. Prada, forse per la zona scomoda da raggiungere, è rimasta da sola a farsi consumare dalle intemperie nel tempo.

Una delle facciate più intatte.
I ruderi rimasti sono in prevalenza muri con qualche finestra ma si notano bene ancora i viottoli tra le case e quella che doveva essere la via principale attraverso il paese.

La via principale che attraversava il paese.


giovedì 1 gennaio 2015

Nuovo anno, nuove piantagioni!

Ciao a tutti e benvenuti in questo nuovo anno! In realtà il nuovo anno porta raramente qualcosa di buono rispetto a quello prima ma a noi esseri umani piace sperare in cose che non accadono mai se non siamo noi a crearle! Proprio per non dover vedere queste quantità di auguri ho passato un paio di giorni nel rustico dell'altro terreno. Ammetto che è stato freddo! In casa con il camino e la stufa accesi c'era un bel calduccio ma fuori era gelido come in tutti questi giorni! Ne ho però approfittato per sistemare la rete del terreno più in alto visto che i pali di castagno stavano cedendo da anni. Anche per evitare pessime intrusioni di cervi ho sistemato il tutto!

Il terreno più in alto è forse quello più faticoso da mantenere per via della grande metratura e della molta rete che serve per proteggerne il perimetro. È però il pezzo di terra meglio esposto della proprietà, inclinato a sud e relativamente caldo. 15 anni fa era tutto un bosco sporco, con rovi e piante morte. Dopo anni di fatiche è diventato un bel prato terrazzato grazie al lavoro di qualche contadino che lo coltivava circa 100-150 anni fa. In generale tutta la valle era coltivata nel secolo scorso quindi è molto facile trovare terreni terrazzati, vecchie cascine e muri a secco. Io, nel mio piccolo, ho salvato una parte di essi anche in ricordo di chi si è rotto la schiena per crearlo.

Terrazzamenti nell'altro terreno.
Siccome ci sono ancora spazi vuoti ho deciso di usarlo come piccolo vivaio di piante rustiche ma particolari. Ne parlerò più in basso!

Il secondo giorno mi sono svegliato tardi e senza alcuna voglia di lavorare ho fatto una passeggiata nel bosco, anche perché li fa più caldo rispetto alle zone aperte e ai prati.

Rimango sempre colpito dai luoghi che scelgono alcune piante per vivere. Questo grande faggio cresce sopra ad uno sperone di roccia .

C'è ben poca terra nella quale affrancarsi.
Il resto della faggeta è sempre uno spettacolo, a parer mio uno dei boschi più belli dopo quello di conifere.

Grossi faggi hanno colonizzato tutto.
Con il sole i tronchi sembrano quasi luminosi.
Uno dei faggi più grossi con questa strana forma.
Nel prato le conifere attendono la primavera per guadagnare un po' d'altezza.

Sciadopitys verticillata al tramonto.
Ieri il sole non c'era allora ho approfittato del pomeriggio libero per visitare un vivaio nella zona che ho scoperto da pochissimo. Vende piante rare o in via d'estinzione ma ne parlerò meglio tra qualche mese in modo da farvi vedere anche qualche immagine!

Li non ho resistito e ho comprato le prime piante da mettere nel terreno terrazzato visto prima. Ora sono ancora piccole ma dalle foto prese in google sembrano promettere davvero bene.

I piccoli nuovi acquisti per l'altro terreno.
La prima pianta che mi ha colpito è un albero originario degli stati uniti che si riempie di infiorescenze bianche e d'autunno si tinge di un giallo brillante. Potrebbe essere una validissima alternativa a molte altre piante delle quali abusiamo tipo platani, tigli ecc.

Premetto che prima di vedere il listino del vivaio queste piante mi erano sconosciute.

Cladrastis kentukea in estate.
Cladrastis kentukea in autunno.
Altra pianta interessantissima è lo Pterostyrax hispida, anche questo un piccolo albero che potrebbe essere usato in giardini di medie-piccole dimensioni.

Pterostyrax hispida
Prima di passare agli arbusti ecco un altro albero interessante per la sua fioritura e la sua fruttificazione commestibile. È chiamato Albero dell'uva-passa per il sapore dolcissimo dei suoi frutti che possono essere conservati come le uvette della frutta secca. Wikipedia riporta i valori molto interessanti contenuti nel frutto:

 'Il frutto è molto energetico e particolarmente dolce, contiene circa 11,5 % di glucosio, 4,5% di fruttosio, 12,5 % di saccarosio, (totale circa 28% in zuccheri). I semi contengono, oltre a carboidrati, il 15% di proteine e il 7,5-8% di grassi.'

Hovenia dulcis
Molto più facile da trovare è il Chionanthus dalla bellissima fioritura bianca.

Chionanthus virginicus
Tra gli arbusti presi c'è la Stewartia che nella Svizzera tedesca è usata spesso.

Stewartia pseudocamellia in estate.
Stewartia pseudocamellia
Molto simile è la Franklinia, arbusto nord americano estinto in natura.

Franklinia alatamaha in estate.
Franklinia alatamaha in autunno.
Come ultimo arbusto ho preso la 'Mano di uomo morto'. Bella pianta di crescita ridotta che fruttifica questi baccelli che maturando diventano blu.

Decaisnea fargesii 



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